Questo nemico terribile e invisibile ci ha costretti a chiudere tutti i luoghi di interesse culturale come musei, cinema, concerti, teatri, festival.
Il cultural manager Alfredo Giacchetto, coordinatore arti visive per un festival internazionale a Taormina ed è esperto di organizzazione di mostre d’arte e nuove tecnologie per i beni culturali. Giacchetto ha risposto ad alcune domande:
Ci sono degli aspetti negativi nelle visite museali
online e sui social?
«Sicuramente ci si dovrà confrontare sulla sostenibilità di una strategia del genere sul lungo periodo. Pongo l’esempio, in ambito librario, delle grandi case editrici che possono permettersi in questi giorni di offrirci ebook gratuitamente, con il contraltare delle librerie fisiche che, invece, risentono fortemente di questa drammatica situazione.
«Dobbiamo educare i nostri visitatori, facendo capire loro che anche per i contenuti online debba esser previsto un certo corrispettivo economico, anche per garantirne la qualità, che sia sotto forma di donazione, di abbonamento a contenuti speciali, di membership online o di acquisto di gadget in bookshop che potranno esser allestiti virtualmente.»
Su cosa bisognerà puntare di più, invece, alla riapertura dei luoghi della cultura?
«Gli spunti sono molti, sicuramente sarà necessario stabilizzare i tanti professionisti che da tanti anni lavorano in ambito culturale con competenze di livello, seppur retribuiti in modo precario. È sotto gli occhi di tutti la situazione di tanti lavoratori che hanno visto decimare le proprie entrate a causa del virus se non, addirittura, ritrovarsi senza occupazione.
«Sarà, dunque, fondamentale puntare sulle conoscenze e sulla formazione del personale, per evitare che questo settore si sorregga sulle spalle dell’inesperienza o del volontariato che, seppur pregevole, rimane una modalità cui non si può far uso in modo sistematico. Pertanto, saranno solo le competenze a far crescere realmente i nostri luoghi della cultura, per riportarci sul livello degli standard europei ed internazionali.»
Speriamo che si possa tornare a conoscere, osservare, stupirsi delle bellezze che ci circondano vedendole attraverso la loro grandezza e magnificenza, senza più uno schermo che ci separa da quest'ultime. Sono certa che torneremo a vedere le cose con una bellezza differente, una bellezza reale.
«Sicuramente ci si dovrà confrontare sulla sostenibilità di una strategia del genere sul lungo periodo. Pongo l’esempio, in ambito librario, delle grandi case editrici che possono permettersi in questi giorni di offrirci ebook gratuitamente, con il contraltare delle librerie fisiche che, invece, risentono fortemente di questa drammatica situazione.
«Dobbiamo educare i nostri visitatori, facendo capire loro che anche per i contenuti online debba esser previsto un certo corrispettivo economico, anche per garantirne la qualità, che sia sotto forma di donazione, di abbonamento a contenuti speciali, di membership online o di acquisto di gadget in bookshop che potranno esser allestiti virtualmente.»
Su cosa bisognerà puntare di più, invece, alla riapertura dei luoghi della cultura?
«Gli spunti sono molti, sicuramente sarà necessario stabilizzare i tanti professionisti che da tanti anni lavorano in ambito culturale con competenze di livello, seppur retribuiti in modo precario. È sotto gli occhi di tutti la situazione di tanti lavoratori che hanno visto decimare le proprie entrate a causa del virus se non, addirittura, ritrovarsi senza occupazione.
«Sarà, dunque, fondamentale puntare sulle conoscenze e sulla formazione del personale, per evitare che questo settore si sorregga sulle spalle dell’inesperienza o del volontariato che, seppur pregevole, rimane una modalità cui non si può far uso in modo sistematico. Pertanto, saranno solo le competenze a far crescere realmente i nostri luoghi della cultura, per riportarci sul livello degli standard europei ed internazionali.»
Speriamo che si possa tornare a conoscere, osservare, stupirsi delle bellezze che ci circondano vedendole attraverso la loro grandezza e magnificenza, senza più uno schermo che ci separa da quest'ultime. Sono certa che torneremo a vedere le cose con una bellezza differente, una bellezza reale.
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